Traduttore giurato: figura professionale e tipo di lavoro

Traduttore giurato: figura professionale e tipo di lavoro

Agosto 6, 2023 Off Di Ilario Galgani

Sulla figura del traduttore giurato in Italia c’è un enorme vuoto legislativo: fino a poco tempo fa chiunque avesse raggiunto la maggiore età, privo di precedenti penali, poteva presentare traduzioni in Tribunale. Il Regio Decreto del 9 ottobre 1922, firmato dal Re Vittorio Emanuele III, non contempla la figura del traduttore, ma solo quella del perito. Negli ultimi anni, anche in seguito al proliferare di documenti con dichiarazioni false, si è provveduto a restringere il campo: solo i professionisti qualificati, cioè traduttori ufficiali con requisiti ben precisi, possono occuparsi di traduzione di documenti dal valore legale.

In questo articolo, scritto insieme agli esperti di Dotwords, analizziamo tutti gli aspetti della professione di traduttore giurato.

Traduttore giurato – la figura professionale

E’ bene chiarire che, se in Italia la figura del traduttore giurato non è riconosciuta, in altri stati dell’Unione Europea viene considerata una figura professionale. Il traduttore giurato è colui che traduce, in maniera fedele all’originale, documenti ufficiali: non essendo una figura riconosciuta la dicitura traduttore giurato non è pienamente corretta ed è meglio utilizzare traduttore ufficiale o traduttore certificato. In Germania, ad esempio, i traduttori giurati dopo il percorso professionale effettuano un giuramento e vengono riconosciuti; in Italia non c’è il giuramento una tantum, ma occorre validare ogni volta i documenti con una procedura che richiede la presenza di un pubblico ufficiale. Vediamo come funziona, nei dettagli.

Per diventare traduttore giurato occorre una specifica formazione, ossia una laurea in traduzione e interpretariato oppure in mediazione linguistica. Utile anche la laurea in lingue e letterature straniere e, talvolta, viene ritenuta valida anche quella in giurisprudenza. Inoltre è necessario conoscere almeno due lingue straniere e avere una specializzazione, che si crea con l’esperienza lavorativa, in uno dei settori richiesti dal mestiere. I traduttori devono iscriversi all’albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio dei tribunali e alla Camera di Commercio. Chi esegue traduzioni giurate è personale qualificato e specializzato, in quanto ha a che fare con materiale di valore legale e si assume la responsabilità civile e penale nei confronti del materiale tradotto.

Le traduzioni vengono anche chiamate “asseverate“, poiché necessitano di un giuramento per essere ritenute valide. Una volta effettuata la traduzione il traduttore deve presentarsi davanti ad un pubblico ufficiale del Tribunale o della Procura della Repubblica per validare la traduzione. Insieme alla traduzione deve essere presentato il documento in lingua originale e un documento d’identità del traduttore; gli atti devono essere firmati e timbrati su ogni pagina e completi di marca da bollo. Davanti al pubblico ufficiale verrà effettuato il giuramento, a cui seguirà la compilazione di un verbale e la registrazione all’Ufficio Asseverazioni. Solo dopo queste pratiche la traduzione avrà un valore legale.

Traduttore giurato – per chi e come lavora

Chi svolge il mestiere di traduttore ufficiale è obbligato a registrarsi nelle apposite liste per le traduzioni asseverate al Tribunale o alla Camera di Commercio. A questo punto i professionisti della traduzione possono essere chiamati a svolgere incarichi diretti dal Tribunale stesso, oppure lavorare per aziende o privati che necessitino di documenti tradotti con valore legale. Una traduzione giurata è considerata come una perizia legale. Oltre alle traduzioni effettuate per i procedimenti giudiziari, esistono anche altri atti da tradurre che vengono utilizzati per motivi stragiudiziali ossia traduzioni di contratti, documenti societari, atti pubblici.

Ci sono due tipi di traduzione: la traduzione giurata e quella legalizzata. Entrambe prevedono un giuramento davanti all’autorità competente, ma sono leggermente diverse: nel primo caso di tratta di traduzioni che hanno lo stesso valore legale del documento originale; nel secondo si tratta di traduzioni che devono essere validate non solo in Italia ma anche all’estero e che necessitano di un timbro Apostille.

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