Timelapse e cinema: una lunga storia

Timelapse e cinema: una lunga storia

Gennaio 30, 2023 Off Di Ilario Galgani

Nata prima del cinema stesso, il time lapse è una tecnica cinematografica nella quale la frequenza di cattura di ogni frame è inferiore a quella di riproduzione, dando la sensazione che il tempo nel filmato stia scorrendo più velocemente.

Per la sua capacità di rendere dei video sensazionali, il time lapse ha trovato largo impiego all’interno di documentari, cosi come in semplici clip aziendali o racconti di vita. Abbiamo ripercorso la storia della tecnica insieme al team di timelapselab esperti di time lapse.

Gli albori del timelapse

All’inizio della cinematografia nel XIX secolo, i primi film erano accelerati a causa dei limiti tecnici della macchina da presa. Il movimento della pellicola veniva azionato manualmente con una manovella e l’operatore cercava di mantenere una velocità costante. Di conseguenza, tutti i soggetti apparivano sullo schermo con un movimento più veloce rispetto alla realtà.

Con l’automazione del trasporto della pellicola, prima meccanicamente e poi elettricamente, la riproduzione sullo schermo divenne precisa e aderente alla realtà. La prima applicazione della tecnica del timelapse risale verso gli ultimi anni dell’800, ad opera di uno dei primi registi del genere fantascientifico, Georges Méliès, il cui intento era quello di offrire al grande pubblico degli effetti speciali illusionistici.

Tuttavia le opere compiute da Méliès vennero in gran parte perdute, facendo ricadere su un altro importante regista di quell’epoca, Frederick S. Armitage, il merito di aver realizzato il primo timelapse di sempre: Costruzione e demolizione dello Star Theatre di New York, datato attorno al 1901. Qualche anno più tardi nel 1910, Armitage contribuì anche alla creazione di vari timelapse che raffigurassero delle entità facenti parte della natura, come piante o fiori. Come risultato, egli creò il cortometraggio dal titolo Birth of a flower: in soli pochi secondi è possibile visionare l’intero processo di crescita di un fiore. Tuttavia, quello che veramente colpisce chi guarda è la capacita data dal timelapse di rendere osservabili tutti i processi naturali che avvengono in base ad un tempo più o meno lungo.

Il time lapse inizia anche a trovare una sua collocazione anche all’interno del mondo dell’animazione. Forse più conosciuto rispetto alle opere precedenti, Fantasia, lungometraggio d’animazione prodotto da Walt Disney, si avvaleva della capacità di esporre un fotogramma per volta e nel momento stabilito dall’operatore: con 5 anni di produzione ed una durata effettiva di 125 minuti, successivamente ridotti ad 84, l’opera di Disney era originariamente composta da centinaia di migliaia di fotogrammi, ciascuno composto da diversi disegni separati e da più fondali.

Il timelapse negli anni del cinema

Benchè il timelapse venne introdotto a partire dalla fine dell’800, ci vollero alcuni decenni affinchè esso passasse dall’essere solamente una tecnica impiegata per i documentari ad essere utilizzata anche all’interno di vere e proprie pellicole cinematografiche.

Di particolare rilevanza fu il film Koyaanisqatsi, pellicola del 1982 creata da Godfrey Reggio, del quale fu anche regista e realizzata insieme a Ron Fricke e Philip Glass, rispettivamente direttore della fotografia e compositore della colonna sonora. Il film, il cui nome deriva da un’espressione della lingua Hopi, raffigura inquadrature di stazioni, raccordi autostradali ed in generale tutti quei posti frequentati dalla massa, per poter catturare il suo moto incalzante e frenetico. L’anno è il 1982 e lo stile di vita della stragrande maggioranza delle persone è dettato dall’avere “una vita fuori controllo”.

Altri esempi riguardano diverse opere contemporanee che fanno uso di questa tecnica come Time Lapse, prodotto da Bradley D. King, thriller fantascientifico del 2014 che mostra la manipolazione del tempo o anche Shallow Grave di Danny Boyle, basato proprio sul paradosso del tempo. La tecnica del time lapse non è ad appannaggio esclusivo del cinema, ma negli anni è stata sempre più impiegata anche in varie Serie TV per poter rendere più vivide le azioni e le ambientazioni in cui esse venivano girate. Basti pensare a Breaking Bad, Doctor House e House of Cards.